La Parrocchia di Santa Rosalia a San Lorenzo Colli
La Chiesa di Santa Rosalia si trova nella zona Nord-Ovest della città dove sorge il quartiere Resuttana-San Lorenzo nella Piana dei Colli, luogo di villeggiatura della nobiltà palermitana; un quartiere, che prende il nome dall’unione delle due borgate: Resuttana, per la sontuosa villa costruita all’inizio del XVIII secolo da Federico Napoli Barresi, principe di Resuttano, e San Lorenzo, per la piccola chiesetta omonima risalente all’epoca normanna che apparteneva alla Mensa arcivescovile di Palermo, concessionaria del feudo “dei Colli”. Nel 1704 la Mensa Arcivescovile concesse a Don Casimiro Nicosia una stanza soprastante la chiesetta e alcuni fabbricati che lo stesso trasformò in Casena. Successivamente, fu realizzato un “passetto” (collegamento) per mettere in comunicazione la Casena con la chiesa. Nel 1727 la proprietà della casena e della chiesetta passò a don Pietro Lucchese.
La chiesetta di San Lorenzo, è l’edificio più antico della Piana dei Colli. Sorta su un rudere del 1200 era un tempo circondata solo da terreni agricoli e fungeva da fulcro sociale e religioso per gli abitanti della zona. Era frequentata dai tanti eremiti che vivevano nelle rocce di Monte Pellegrino.
La chiesa di S. Lorenzo oggi con, accanto la Casena Nicosia
L’evoluzione di questa chiesa è documentata fino all’atto di vendita dell’Istituto per il sostentamento del clero che ufficialmente l’ha ceduta al proprietario di tutto l’ immobile il quale si è impegnato a restaurarla secondo i dettami della Sovrintendenza La chiesetta, oggi, sconsacrata, è stata restaurata insieme agli altri edifici circostanti, mantenendo la struttura originaria, ed è stata adibita a spazio per eventi e incontri dedicati al mondo dell’arte, del design e dell’architettura.
Sul fronte absidale di epoca normanna all’interno della Chiesa, si intravede l’affresco raffigurante il Cristo Pantocratore
Durante i lavori di restauro sarebbe venuto fuori un Cristo Pantocratore. Inoltre, nel progetto di restauro eseguito sotto la guida attenta dell’architetto Giuseppe Di Prima, è stata ripresa anche la piccola piazzetta antistante, per lungo periodo declassata a parcheggio e oggi invece divenuta una piccola isola verde.
Verso la fine del XIX secolo, poiché la borgata era cresciuta, si avvertì la necessità di avere una chiesa più grande così, grazie alla collaborazione degli abitanti, Mons. Trupiano, allora rettore della Chiesetta di San Lorenzo, riuscì ad acquistare il terreno e nel 1896 iniziarono i lavori di costruzione. Il progetto della Chiesa venne redatto da Francesco Paolo Palazzotto, architetto della Mensa arcivescovile e il titolare della ditta che curò i lavori fu il sig. Gaetano Cinà abitante della borgata.
I lavori durarono quattro anni e nel 1900, precisamente il 28 Gennaio, la chiesa venne aperta al culto con la Benedizione del Vescovo Ausiliare Mons. Francesco Bova e con la celebrazione della prima Messa dell’Arcivescovo di Palermo Card. Michelangelo Celesia.
Ma perchè questa nuova chiesa venne intitolata a Santa Rosalia e non a San Lorenzo?
La chiesa fu dedicata a Santa Rosalia per via di una leggenda tramandata nel corso dei secoli. La leggenda narra che la Santa lasciò l’eremo della Quisquina per recarsi al Monte Pellegrino e passando dalle parti di San Lorenzo si fermò a bere in un antico pozzo, non più esistente, che si trovava nei pressi dell’odierna Villa Verona a poco più di cento metri, in linea d’aria, dalla Chiesa.
Questo pozzo esistente fino agli inizi del XX secolo, venne poi distrutto insieme ad una edicola votiva che ricordava il passaggio della Santuzza, e al suo posto venne costruita una fabbrica del ghiaccio, abbattuta sul finire degli anni 80 per far posto ad un palazzo condominiale. Questa narrazione è supportata da due elementi: il primo è che all’epoca di Santa Rosalia l’unico accesso all’eremo di Monte Pellegrino era quello della Valle del Porco, una insenatura, che in linea d’aria interseca l’attuale piazza san Lorenzo e, che è ancora accessibile dalle scuderie della Casina Cinese che si trovano in fondo al viale d’Ercole all’interno della Favorita. Il secondo riguarda la testimonianza giurata del Bonelli, il cacciatore che, raccontò di una visione in cui S. Rosalia lo invitava a spingersi fino a San Lorenzo, favorendo così il ritrovamento delle sue ossa nel 1624. Ciò portò Mons. Trupiano e il popolo ad intitolare la nuova Chiesa a Santa Rosalia. Nell’Aprile del 1924 arrivarono il Regio Decreto che istituiva la Parrocchia e il Decreto dell’Arcivescovo di Palermo che nominava Mons. Lo Cascio Parroco della istituenda parrocchia di Santa Rosalia ai Colli. In calce a questo decreto è riportata la data di presa di possesso del Parroco ossia il 27 Aprile 1924, vidimata dal cancelliere della Curia di Palermo.
La Struttura
Dal punto di vista architettonico, la chiesa presenta un prospetto piuttosto semplice con linee geometriche e doppio campanile. La chiesa si presentava come un ambiente rettangolare diviso in tre navate con sei colonne in muratura; Vi erano 5 altari, oltre il maggiore con sopra 5 nicchie. Sul lato destro vi erano l’altare di S. Rosalia (una volta sull’altare maggiore) e l’altare di S. Antonio di Padova. Sul lato sinistro vi erano gli altari di San Lorenzo, dell’Immacolata e di San Giuseppe. La statua dell’Immacolata a differenza delle altre fatte in gesso è scolpita in legno e una copia si trova presso la cattedrale di San Rufino ad Assisi. A metà degli anni 30 venne autorizzata la costruzione della sesta nicchia, che è quella a destra, più prossima all’altare maggiore dove oggi è collocata la statua del Cuore di Gesù. Nel 1894 si fece un restauro che teneva conto delle nuove norme liturgiche e vennero aboliti gli altari sottostanti alle statue.
L’altare maggiore è in marmo con arabeschi dorati. All’interno dell’abside dell’Altare maggiore vi era la statua della Madonna delle anime del purgatorio, successivamente la statua di Santa Rosalia e oggi c’è un Crocifisso che risale alla metà degli anni 90. In origine l’altare aveva una balaustra che lo chiudeva all’accesso dei fedeli e la S. Messa si celebrava con le spalle al popolo. Questa balaustra venne smontata nel 1984 e le colonnine oggi fungono da ambone, mensole per l’uso liturgico e costituiscono l’attuale mensa dell’altare. L’altare nella sua conformazione e nei suoi decori richiama l’altare della vecchia Chiesa di Santa Rosalia (che si trovava nell quartiere Conceria nei pressi dell’attuale stazione centrale) che nel 1922 venne abbattuta per la costruzione dell’attuale via Roma.
La vetrata artistica che sovrasta l’abisde è del 1990, rappresenta il passo evangelico dei Discepoli di Emmaus e uno dei due discepoli ha il volto di Luciano Alessi , un giovane della parrocchia morto per un incidente stradale. La vetrata richiama il paliotto presente nell’altare maggiore Di particolare interesse i quadri appesi lungo le pareti della Chiesa e sull’altare maggiore.
In particolare l’Annunciazione di scuola del Pietro Novelli, come anche il San Giacomo, la visita dei Re Magi di scuola fiamminga, la presentazione al tempio dell’Interguglielmi.
Sul cappello del Pronao è posto un Crocifisso dono di Alessandro Bronzini. un parrocchiano, e un pittore contemporaneo molto quotato. Altro elemento di particolare pregio è l’organo, oggi in disuso, che si trova nella corale posta in cima alla scala della torre campanaria. Costruito da una ditta palermitana la Michales, è datato 1912. Da un esame propedeutico al restauro venne fuori che lo chassy sul quale poggiano le canne fosse in pelle di pecora risalente al 1600 e che le canne fossero tutte in piombo. Di questi esemplari in tutta la città di Palermo ve ne sono due, oltre il nostro, l’altro si trova nella rettoria della Madonna del Ponticello nei pressi di via Maqueda.