Oggi , Venerdi 26 aprile 2024, nell’aula liturgica della Parrocchia, suor Paolina Mastrandrea del Collegio di Maria la Purità ha ha offerto ai presenti una riflessione sulla figura di S. Rosalia, patrona della nostra Città, dal titolo “Rosalia pellegrina di speranza…le sue orme nel tessuto di questa città” .L’intervento di Suor Paolina si è inserito nel cammino di preparazione al centenario della parrocchia ed è stato fonte di arricchimento culturale e spirituale; ha messo in luce la bellezza e la radicalità dell’amore della Santuzza verso lo Sposo, portando i presenti, con rapide pennellate di parole, a rileggere e riscoprire in Rosalia la grandezza della sua scelta totalitaria di vita. La riflessione di Suor Paolina ha avuto inizio con la lettura, particolarmente emozionante, del componimento Sono un camminatore del poeta Tagore: Una sera arriverò dove brillano nuove stelle, dove olezza un nuovo profumo; dove due occhi sempre mi guardano dolcemente. Sono un camminatore. Ecco, il cammino ascetico di Rosalia è stato proprio questo. Rosalia, fanciulla di nobile origine, di rara bellezza con le sue trecce bionde, già promessa sposa al giovane Baldovino, ha un grande desiderio nel cuore, trovare il vero Amore. Lei inizia il suo cammino, un cammino alacre e deciso, un cammino alla ricerca del suo Amato finché lo trova
palpitante e gioiosa come la donna del Cantico dei Cantici: Una voce! L’amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline! L’Amato mio somiglia a una gazzella o ad un cerbiatto. Non ha dubbi Rosalia, ha trovato l’Amore e, senza esitazione, lascia i beni terreni e si rifugia nell’eremo della Quisquina, in una amabile condizione di solitudine abitata – come l’ha definita Suor Paolina – pienamente appagata nell’intimità con il suo Amato. Il cammino di Rosalia è però non solo un cammino di ascesi verticale, Rosalia sa che due occhi la guardano dolcemente, riprendendo i versi di Tagore. Lei vede il volto dello Sposo nei molteplici volti dell’umanità, soprattutto dell’umanità sofferente e bisognosa. Il cammino di Rosalia si snoda tra la montagna, la collina ma, al contempo, le vie del mondo: la sua è anche un’ascesi orizzontale. Qual è il messaggio che oggi la Santuzza lascia a ciascuno di noi? Come Lei anche noi possiamo contemplare la vera Bellezza, riflettendo nel volto di Dio Amore il nostro volto e il volto dei nostri fratelli, facendoci inebriare dentro di noi dal profumo di
questa bellezza divina e diffondendolo intorno a noi. Rosalia ci insegna a essere nel mondo, ma non del mondo; come ha detto suor Paolina, Rosalia ci invita a essere sempre più at-tratti da ciò che viene dal cielo e sempre meno dis-tratti da ciò che viene da questo mondo. Grazie, Santuzza, insegnaci Tu a camminare con lo sguardo rivolto verso l’alto e l’orecchio verso il basso, attento al grido dell’umanità sofferente. Grazie, Suor Paolina, le tue parole semplici e profonde ci hanno fatto riscoprire ancor di più la bellezza e l’altezza celestiali della nostra Santuzza.